Semiramide chiude la Stagione Lirica 2018 alla Fenice di Venezia

Jessica Pratt e Teresa Iervolino tra i protagonisti al Gran Teatro La Fenice di Venezia della Semiramide di Gioacchino Rossini.

Il libretto di Semiramide, firmato da Gaetano Rossi, è ispirato alla «Tragédie de Sémiramis» di Voltaire, con un rimaneggiamento della traduzione di Melchiorre Cesarotti, e alle molte storie che parlano di questa leggendaria regina che Dante Alighieri colloca nel girone dei lussuriosi all’Inferno. Fu protagonista di varie opere liriche  di compositori come Vivaldi, Gluck, Jommelli, Sacchini, Porpora, oltre che esempio, per lo più negativo, in molti scrittori della cristianità.

Scritta dieci anni dopo il Tancredi (prima opera seria di Rossini), la  Semiramide è l’ultima opera che il compositore scrisse espressamente per i palchi italiani e fece il suo debutto alla Fenice di Venezia il 3 febbraio 1823. Il ruolo della protagonista era costruito su misura per la consorte Isabella Colbran, che con quest’opera chiuse la carriera. La sua voce non era più quella degli esordi e Rossini insistette molto più sui centri che sugli acuti, evidenziando la maestosità del personaggio e abbondando in cesellature virtuosistiche. L’opera continuò ad avere successo per parecchi anni  e fu interpretata dal fior fiore delle primedonne del secondo quarto dell’Ottocento;  a fine secolo scomparve dai cartelloni, per tornare in auge nel secondo Novecento.

La ritroviamo dunque a Venezia, nel 2018, con un cast azzeccatissimo e di alto livello, coordinato dalla coerente regia curata da Cecilia Ligorio.

Jessica Pratt - Semiramide
Jessica Pratt – Semiramide

E’ Jessica Pratt che, nel ruolo del titolo, decreta il successo dell’opera insieme ai suoi compagni di palcoscenico, Teresa Jervolino nel ruolo di Arsace, Alex Esposito nel ruolo di Assur e Enea Scala nel ruolo di Idreno. Ottimi anche l’Oroe di Simon Lim e la Azema di Marta Mari.

Lo spettacolo, che porta la firma della Ligorio, è ben ideato, e ha fatto emergere la spietata  Semiramide, regina di Babilonia, in tutta la sua poliedrica figura: regale, subdola e vendicatrice, ma anche fragile e capace di provare rimorsi e sentimenti. Duplice la lettura dell’opera in cui la Ligorio è riuscita pienamente a mettere in luce i due ambiti connessi in una relazione indissolubile: quello politico e quello sociale.

Affascinanti i movimenti scenici curati da una delle stesse ballerine quasi sempre presenti in scena:  Daisy Ransom Phillips.

Ben costruiti anche i costumi curati da  Marco Piemontese, così come le scene di Nicholas Bovey che nella loro semplicità hanno dato ampio respiro allo spettacolo.

Semiramide 2 - Teatro La Fenice

La scelta felice dei fasti nel primo atto, con il colore dell’oro ed il bianco, rimandano ad una corte ricca e potente, mentre nel secondo si scende negli inferi, e il tutto si tinge di nero e tratti oscuri non definiti. Entrambe le scene si addicono perfettamente non solo ai luoghi in cui si svolge l’azione, ma rispecchiano appieno gli stati d’animo dei personaggi: l’interpretazione è risultata calibrata ma molto ben gestita da ognuno di loro, facendo risaltare così anche le proprie qualità attoriali.

Nulla da eccepire sulle voci in campo. Brilla di luce propria la Semiramide di Jessica Pratt, artista vocalmente  sicura in questo ruolo. In una parte vocale impervia e contemporaneamente complessa da interpretare, tutto trova la giusta collocazione grazie a un’ottima gestione della parte vocale.Semiramide 3 - Teatro La Fenice

Teresa Jervolino è Arsace che, grazie al suo timbro brunito, dipinge perfettamente il ruolo en travesti, arricchito da splendide colorature. Sicura vocalmente sia sugli acuti che sul grave della voce. Brava.

Assur, interpretato da Alex Esposito, è claudicante per scelta registica, cosa che non disturba affatto ma rafforza ancor di più il personaggio dell’amante segreto di Semiramide. Con una bella voce profonda ed arricchita da accenti ben gestiti,  ha delineato benissimo il subdolo aspirante al trono.

Semiramide 4 - Teatro La Fenice

Gagliardo anche il principe Idreno di Enea Scala, tenore ragusano, dall’interessante voce “di grazia”. Il suo principe è stato fluido, chiaro ed agile, così come lo voleva Rossini, in una parte vocale difficile e faticosa,  ma,  grazie ad una buona tecnica, ha superato con naturalezza gli ostacoli disseminati nella partitura.

Simon Lim si conferma un buon basso, che migliora col tempo: il suo Oroe è scuro e tenebroso, grande osservatore di corte. Ottima performance.

Molto bene anche gli altri interpreti a cominciare da Marta Mari , nei panni di Azema, il Mitrane di Enrico Inviglia ed il Nino, voce fuori campo dietro le quinte, di Francesco Milanese.

Semiramide 5- Teatro La Fenice

La direzione dell’Orchestra veneziana è stata affidata a Riccardo Frizza, che interpreta una lettura della partitura chiara e ricca nel fraseggio, senza ostentare né scivolare sulle dinamiche dei crescendo rossiniani. Con buona scelta di tempi e colori orchestrali conferma la sua sapienza e valenza sul podio.

Ottimo come sempre il Coro curato da Claudio Marino Moretti.

Il pubblico ha applaudito a lungo e meritatamente gli interpreti alla fine dello spettacolo.

 

Salvatore Margarone

Photo©Michele Crosera

La recensione si riferisce alla recita di domenica 21 Ottobre 2018.

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